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Sette donne della Sanità pubblica incontrano la comunità: tra storie, metodi e progetti, come affrontare la cronicità

“A scuola con le Istituzioni” questo il titolo del Progetto messo in campo da Ipacs, che parte dalla ASL Roma 4 sino a coinvolgere altre realtà delle sanità del Lazio che aderiranno ad uno studio osservazionale multicentrico per valutarne l’impatto del potenziamento di sei competenze sui professionisti, sulle organizzazioni e sulle comunità, nell’ambito dell’implementazione delle macro fasi 3 e 4 del Piano Nazionale Cronicità. La macro-fase n.3 riguarda la presa in carico e gestione del paziente attraverso il piano di cura. La macro-fase n.4 riguarda l’erogazione di interventi personalizzati per la gestione del paziente attraverso il piano di cura. Leggi l'articolo completo qui: https://www.ilmessaggero.it/salute/storie/sanita_pubblica_sette_donne_incontro_malattie-4409974.html

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iPacs lancia l'invito ad aderire al Progetto di Empowerment "A Scuola con le Istituzioni". Deadline 4 Marzo 2019

Roma, 4 febbraio 2019 - Nei Piani d’azione WHO 2008-2013 e 2013-2020 si sottolinea l’impor-tanza dell’intervento di Governi e Amministrazioni per assicurare la prevenzione ed il controllo delle malattie croniche e anche le indicazioni europee invitano gli Stati membri ad elaborare e implementare Piani Nazionali sulla Cronicità.

COMUNICATO STAMPA IPACS

IPACS LANCIA L’INVITO AD ADERIRE AL PROGETTO DI EMPOWERMENT “A SCUOLA CON LE ISTITUZIONI”

Gli obiettivi del Piano Nazionale Cronicità realizzati attraverso strumenti integrati di coaching.

Considerato che le malattie croniche impattano per il 70-80% sui sistemi sanitari occidentali an-che il nostro Paese si è dotato di un Piano Nazionale che prevede una chiara presa in carico glo-bale del paziente e l’erogazione di interventi personalizzati. Tale ambizioso obiettivo passa attra-verso lo sviluppo di competenze specifiche da parte dei dirigenti e degli operatori del sistema so-cio-sanitario, da sviluppare attraverso progetti di empowerment. Progetti partecipati, orizzon-tali, che prevedono un supporto ai team multidisciplinari per realizzare il passaggio dal piano di cura al patto di cura, prendendo in considerazione l’intero progetto di vita delle per-sone. L’empowerment può essere un vero e proprio strumento di governo sanitario e dell’inno-vazione.

Ecco quindi che Ipacs (Institutional & Public Coaching Service) ha messo a punto una metodo-logia innovativa basata sul potenziamento delle competenze e sul raggiungimento di specifici obiettivi di sistema e lancia a Istituzioni Nazionali , Regionali ed Asl una richiesta di Manifesta-zione di Interesse per aderire al suo progetto “A Scuola con le Istituzioni”.

Si tratta di un piano di intervento integrato che mira a sviluppare, in particolare, sei competenze chiave: comunicazione, lavoro di gruppo, negoziazione, orientamento all’obiettivo, networking e pianificazione strategica di manager e direttori. Il progetto ha come scopo di aumentare le com-petenze di gruppi formati da 25 professionisti in maniera documentabile e misurabile secondo un assessment, nello specifico contesto sanitario.

“In tutti i paesi, i piani nazionali, che riconoscono alle patologie croniche un particolare rilievo, per l’impatto sanitario e sociale, valorizzano lo sviluppo delle Istituzioni attraverso l’empower-ment degli operatori e delle organizzazioni” spiega la dottoressa Francesca Cioffi, Fondatrice di Ipacs.

Le manifestazioni di interesse delle direzioni sanitarie dovranno pervenire inoltrando uno speci-fico modello B (**) all’indirizzo di posta elettronica certificata info@pec.ipacs.it entro e non oltre le 24.00 del giorno 4/3/2019.

I progetti saranno parzialmente finanziati dalla piattaforma di fundraising di Ipacs mentre per quelli non coperti da finanziamento è prevista una quota pro capite di partecipazione che sarà comunicata da Ipacs. Maggiori info sono disponibili sul sito www.ipacs.it

 

 

PROGETTI 2022:

Risultato adesione all'invito a manifestare interesse al progetto: "Assorbimento dell'applicativo aziendale di presa in carico globale del paziente cronico attraverso un percorso sull'intelligenza emotiva".

Sulla base dell'analisi della documentazione fornitaci, si ammette la ASL Roma 2 a partecipare al progetto: "Assorbimento dell'applicativo aziendale di presa in carico globale del paziente cronico attraverso un percorso sull'intelligenza emotiva".

 

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Nasce: "A scuola con le istituzioni"

Tutti a scuola con le Istituzioni, per implementare il nuovo Sistema Salute introdotto dal Piano Nazionale Cronicità.

Tutti a scuola con le Istituzioni, per implementare il nuovo Sistema Salute introdotto dal Piano Nazionale Cronicità. L’ambizioso progetto, messo in cantiere da Ipacs (Institutional & Public Coaching Services) nasce dal doppio evento istituzionale del 12 luglio e 12 settembre, patrocinato dal Ministero della Salute, durante il quale è stata fatta esperienza, nei laboratori paralleli, di come all’interno del Piano Cronicità si debba implementare l’Empowerment in ambito socio-sanitario.

“Per rispondere alla eterogeneità dei bisogni” sintetizza la Dottoressa Mia Scotti, progettista del Comitato Tecnico Aree Interne-Invitalia “occorre superare le divisioni verticali tra competenze, conoscenze e settori, lavorando in maniera multidisciplinare. Con flessibilità. Nell’attuazione progettuale, è necessario, per l’efficacia del progetto stesso, anticipare la possibilità di essere capaci di prevedere tutto”.

Ambiziosa è l’idea di rendere i cittadini e gli operatori sanitario dei veri e propri ‘influencer’ su salute e stili di vita positivi. Il nuovo progetto dal titolo ‘A scuola con le istituzioni’ si propone di applicare su piccoli gruppi di pazienti familiari e sanitari, un approccio mirato al progetto di vita attraverso un pacchetto integrato di coaching. Il coaching secondo ICF (International Coaching Federation) ‘è quella partnership tra due persone che attraverso un processo creativo stimola la riflessione e consente di sviluppare il potenziale individuale’.

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Il welfare diventa 4.0, le istituzioni coltivano le capacità e le responsabilità dei cittadini

Stili di vita, evoluzione culturale, prevenzione e, non solo cure, funzionano meglio quando sono ‘condivisi’ e la partecipazione dei cittadini alle scelte che li riguardano si rivelano vincenti, efficaci ed economicamente vantaggiose per la società nell’insieme, come per i singoli. Ecco quindi che dall’esperienza e l’intuizione di IPACS (Institutional & Public Coaching Services) nasce un laboratorio di strategie di ’empowerment’ destinato alla comunità.

“Dobbiamo iniziare a pensare alla salute e al benessere come ad un prodotto collettivo derivante dalla confluenza di cultura e comportamenti a cui ciascuno contribuisce con le proprie competenze (quelli che gli anglosassoni definiscono con il termine “skills”), che possono essere sviluppate, potenziate e diffuse in una spirale virtuosa” spiega la Dott.ssa Francesca Cioffi, ideatrice di IPACS.

Si sta lentamente consolidando l’uso del coaching che secondo ICF (International Coaching Federation) ‘é quella partnership tra due persone che attraverso un processo creativo stimola la riflessione e consente di sviluppare il potenziale individuale’ anche per il coinvolgimento del cittadini/pazienti come soggetti consapevoli, attivi, responsabili e competenti, in ambito socio-sanitario.

“Le istituzioni si sono occupate con crescente impegno delle tematiche di empowerment e di coinvolgimento dei cittadini come target centrale” continua la Dottoressa Cioffi “che, dotati di opportuni strumenti, possono essere soggetti attivi nella costruzione di comportamenti di salute”.
Lo hanno fatto Governo con la strategia delle Aree Interne e Ministeri con il Piano Nazionale Cronicità ma anche Agenas e Regioni con dipartimenti appositamente dedicati al coinvolgimento attivo dei cittadini alle scelte di salute e alla qualità dell’assistenza. Nonostante gli ottimi propositi, si tratta però ancora di esperimenti che mancano di organicità e reale efficacia nella maggior parte dei casi. Ecco il razionale alla base dell’evento dalla doppia identità, istituzionale e formativa che si è tenuto oggi a Roma organizzato da Ipacs, con il patrocinio di ICF (International Coach Federation) e SIFEIT (Società Italiana per Studi di Economia e Etica sul Farmaco e sugli interventi terapeutici) dal titolo: ‘Quali progetti possibili di Empowerment? Committment strategico condiviso tra gli operatori di salute’ che vedrà un secondo appuntamento operativo fissato per il 12 settembre.

Ipacs vuole porsi come un elemento di raccordo tra istituzioni e cittadini. Metterà in campo progetti per l’empowerment delle persone in ambito socio sanitario grazie a pacchetti integrati di coaching, mentoring e formazione partecipata.

L’empowerment è un principio contemplato anche dalla macro fase IV del Piano Nazionale delle Cronicità: un progetto partecipato, orizzontale, che prevede un passaggio dal ‘piano’ di cura al ‘patto’ di cura, fino al progetto di vita degli individui e non solo più quindi l’intervento terapeutico in caso di una patologia cronica. L’empowerment dei cittadini può diventare quindi un vero e proprio strumento di governo.

All’evento hanno partecipato tra gli altri il Dr. Andrea Urbani Direttore Generale della Programmazione Sanitaria del Ministero della Salute, il Dr. Fulvio Moirano, Direttore Generale ATS Sardegna, la Dott.ssa Sabrina Lucatelli, Coordinatore Nazionale Strategia Aree Interne, la Dott.ssa Paola Pisanti, Cabina di Regia del PNC del Ministero della Salute il Prof. Americo Cicchetti, Direttore di ALTEMS oltre alla Dott.ssa Fernanda Gellona, Direttore Generale di Assobiomedica, la Dott.ssa Annalisa Mandorino, Vice Vicario Generale di Cittadinanzaattiva, la Dott.ssa Marina Cerbo, Direttore Innovazione e Sviluppo di Agenas, la Dott.ssa Jessica Faroni, Presidente di AIOP Lazio, il Dr. Fabrizio D’Alba di Federsanita Anci, la Dott.ssa Lorella Lombardozzi, Direttore Dipartimento del Farmaco della Regione Lazio, il Dr. Gerardo Miceli Sopo, Coordinatore Aerea del Farmaco ASL Roma2 e 15 esperti scelti su base nazionale in base alle proprie esperienze di empowerment.

Spiega Annalisa Mandorino di Cittadinanzattiva che “l’attuazione sostanziale del Piano delle cronicità in tutte le regioni rappresenterebbe un eccezionale strumento per ridurre le disuguaglianze nell’accesso alle cure da parte dei cittadini, per garantire effettività ai Livelli Essenziali di Assistenza e per contribuire alla sostenibilità del SSN, mediante l’innovazione organizzativa che esso introduce. Per questo abbiamo chiesto al Ministero della Salute che il recepimento e l’attuazione del Piano da parte delle Regioni sia riconosciuto come vero e proprio adempimento LEA”.

Secondo Marina Cerbo, Direttore dell’Area HTA: innovazione e sviluppo a supporto delle Regioni di Agenas: “il coaching nel settore sanitario, sviluppato, con metodi e strumenti robusti e da parte di professionisti certificati, si configura senza dubbio come una tecnologia, nell’accezione più ampia dell’Health Technology Assessment, di particolare rilevanza per promuovere la realizzazione dell’integrazione di percorsi socio assistenziali centrati sui bisogni e le aspettative della comunità”.

Secondo il Dr. Fulvio Moirano, Direttore Generale ATS Sardegna , primo ad aver inserito negli obiettivi dei DG quello dell’Empowerment quando era Direttore di Agenas “una evidenza esterna di empowerment è vedere un CUP che prende in carico i pazienti cronici per la loro pluripatologia e pluriterapia, integrando attivamente i servizi attraverso un maggior coinvolgimento dei medici di medicina generale anche supportandoli con risorse aziendali per alleggerire il carico assistenziale e di integrazione dei famigliari. E’ necessario un dibattito su come integrare la medicina di base con gli specialisti delle patologie croniche ed il personale infermieristico”.

Un recente studio pilota pubblicato su HTA FOCUS ha calcolato l’impatto del coaching sulla qualità di vita di 10 operatori socio-sanitari per un periodo di 8 mesi. Dopo un ciclo di 8 incontri con un coach, il 90% di essi ha mostrato un miglioramento delle propria resa personale e professionale, l’80%ha apprezzato un miglioramento del proprio stato emotivo e il 70% ha riferito un miglioramento nella qualità delle proprie relazioni familiari e sociali.

Ma non è tutto perché il 60% ha migliorato la sensazione di felicità e percepito una riduzione della stanchezza e di esaurimento con un recupero di energie in una benefica attività fisica (per il 50% del campione). In conclusione l’uso del coaching ha mostrato un miglioramento complessivo di 10 indicatori della qualità di vita che riuniscono lo stato fisico, emotivo, mentale (misurati con il questionario SF-36). Qualità di vita intesa nel senso attribuitole nel 2002 da Amartya Sen come capacità di conseguire attraverso la libertà di scelta un ‘funzionamento’ di valore e non in riferimento a risorse economiche.

Si tratta di un cambiamento del Welfare, in cui coltivare le capacità dell’individuo diventa un obiettivo delle politiche pubbliche, in una sorta di Welfare 4.0. Nella relazione di coaching il coach di ICF aiuta a definire i cambiamenti importanti per l’individuo e metterli in pratica anche attraverso una ristrutturazione della graduatoria delle priorità.

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Atti del convegno

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Video del 1° Commitment Strategico

Guarda il Video del 1° Commitment Strategico condiviso tra Operatori di Salute: https://vimeo.com/293162967 Brochure evento Atti del convegno

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Impatto del Coaching sulla qualità di vita. Uno studio pilota

Il Coaching è uno strumento di potenziamento dell’individuo, che si configura come una partnership tra due persone, nello specifico, una relazione di aiuto da parte del coach verso il coachee. Il Coaching consente all’individuo di creare una visione, stimolare la creatività, sviluppare l’abbondanza di prospettive. Il soggetto potenziato agisce con concretezza, per obiettivi, in maniera innovativa, sostenibile e responsabile. La valutazione e la misurazione del benessere individuale trova un ampio riconoscimento già nei padri fondatori dell’economia politica classica come Smith, Marx e nel pensiero filosofico greco, in particolare di Aristotele. Le teorie dell’economista indiano Amartya Sen, già dal 2002 riprendono il concetto di qualità di vita (QoL) dell’individuo, valutandola non in riferimento alle risorse ed ai redditi, ma in relazione alla “capacità” di conseguire funzionamenti di valore.

Sen nella sua teoria della “capacità“ (ciò che le persone sono in grado di fare e di essere) argomenta che la libertà di scelta è il parametro più adeguato
per permettere alle persone di fare scelte di valore. La conseguenza di questo approccio teorico è la proposta di un cambiamento prospettico del “welfare”,
nel quale la capacità dell’individuo diventa un obiettivo delle politiche pubbliche. La soluzione proposta è che i governi intervengano programmando la realizzazione piena degli individui, all’interno di un quadro in cui i valori centrali siano la libertà, l’uguaglianza, le pari opportunità e la dignità umana.
L’attenzione verso il benessere della popolazione implica una crescita di capitale umano che è senz’altro di beneficio per lo sviluppo dell’economia.
Secondo Sen i decisori politici devono dotare i cittadini di servizi sociali di base, considerando prioritaria per la società e per la persona la QoL degli
individui.

La filosofa americana Martha Nussbaaum rivisita la teoria di Sen integrandola con la visione aristotelica dell’essere umano, secondo cui l’individuo
deve condurre una vita degna, poiché la persona deve essere intesa come fine e non come mezzo per fini altrui. La Nussbaum cita dieci elementi che considera necessari al funzionamento umano: vita, salute fisica, integrità fisica, sensi, immaginazione e pensiero, sentimenti, ragione pura, appartenenza, altre specie, gioco. In ambito clinico la QoL ha assunto un ruolo importante nella valutazione di farmaci e dispositivi medici, coprendo aree di analisi che esulano dai risultati fisici o di laboratorio. Nelle valutazioni HTA consente di definire parametri fondamentali come i QALY, anni di vita corretti per qualità, mentre le
percezioni relative alla QoL in relazione alla tecnologia da introdurre in sanità dovrebbero essere esplicitate e considerate in ogni report. Peraltro, la QoL e il burnout degli operatori hanno, come indicato in numerosi studi, una stretta relazione con la qualità percepita dell’assistenza e la soddisfazione dei pazienti e quindi sono parte integrante della Clinical Governance.

L’International Coach Federation (ICF) definisce il Coaching una partnership tra due persone: il coach ed il coachee. In Italia i coach con credenziali ICF sono circa 634 raggruppati in base all’esperienza. La credenziale è una qualifica professionale, un riconoscimento di competenze come coach professionista,
promosso da ICF Global, valido a livello internazionale. ICF prevede tre livelli di credenziali legati al numero di ore di formazione, all’esperienza
nell’esercizio della professione ed alle competenze acquisite: ACC (Associate Certified Coach), PCC (Professional Certified Coach), MCC (Master Certified Coach). In Italia ci sono circa n.434 ACC, n.188 PCC , n.12 MCC. Questo studio pilota vuole, per la prima volta, misurare l’impatto del Coaching sulla QoL di 10 operatori socio-sanitari dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma.

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